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Informasi dan Berita
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Un nuovo commentario del regolamento sul diritto internazionale privato delle successioni

Mon, 11/16/2015 - 07:00

Kommentar zur EU-Erbrechtsverordnung, a cura di Astrid Deixler-Hübner e Martin Schauer, MANZ’sche Verlags- und Universitätsbuchhandlung GmbH, 2015, ISBN: 9783214075156, pp. XXVI+738, 148 Euro.

The adoption of the Regulation No 650/2012 and of the Implementing Regulation No 1329/2014 are a major step towards facilitating cross-border successions. They have had an impact on intergenerational wealth planning, on the Austrian ‘probate procedure’ (Verlassenschaftsverfahren) and on disputes concerning the inheritance and the compulsory portion. The new law is characterised by the habitual residence as the central connecting factor in applicable law and international jurisdiction, by the principle of a single global estate and by a limited choice of law concerning legal succession upon death. A major concern was not only the focus on the regulation a such, but to also consider the regulatory environment of the national law, which also includes the adjustment provisions established in the Act on the Amendment of Succession Law of 2015 (ErbRÄG 2015). The editors, Professor Astrid Deixler-Hübner, head of the Institute for European and Austrian Civil Procedure Law at the Johannes Kepler University in Linz and Professor Martin Schauer, deputy head of the Institute for Civil Law at the University of Vienna, and the authors, being academics or practitioners, are leading experts in the field of succession law.

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Un incontro a Bologna su riconoscimento delle sentenze straniere e ordine pubblico

Thu, 11/12/2015 - 07:00

Il 2 dicembre 2015 si terrà presso il Savoia Regency Hotel di Bologna un incontro dedicato a Il riconoscimento delle sentenze straniere, questioni di ordine pubblico, organizzato dall’ILMA – International Law Meeting Association. 

Interverrà Alessandra Zanobetti (Univ. Bologna).

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Il Consiglio di Stato sulla trascrizione di atti di matrimonio same-sex celebrati all’estero

Wed, 11/11/2015 - 07:00

Con una sentenza depositata il 26 ottobre 2015, il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla trascrizione, nei registri dello stato civile, degli atti di matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, su ricorso del Ministero dell’interno avverso una decisione resa il 23 aprile 2014 dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio.

La sentenza impugnata, non riconoscendo alcun diritto alla trascrizione degli atti stranieri di matrimoni same-sex, aveva annullato il provvedimento del 31 ottobre 2014 con cui il Prefetto di Roma aveva disposto l’annullamento di alcune trascrizioni di tali atti, in linea con quanto previsto dalla circolare del 7 ottobre 2014 (su cui vedi questo post).

Ritenendo che la questione attinente all’enunciato potere prefettizio fosse logicamente successiva a quella della trascrivibilità degli atti di matrimonio, il Consiglio di Stato ha proceduto, in primo luogo, all’analisi della questione della trascrivibilità, articolando a tal fine una ricognizione dei principi e delle norme che governano la trascrizione degli atti di matrimonio formati all’estero.

Esso muove dagli articoli 27 e 28 della legge 31 maggio 19995 n. 218, di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato, che designano, rispettivamente, la legge secondo la quale dev’essere valutata la validità sostanziale – ossia le condizioni soggettive – del matrimonio (trattasi della “legge nazionale di ciascun nubendo al momento del matrimonio”), e la legge secondo la quale va determinata la validità formale dell’atto celebrato all’estero (alternativamente, la legge del luogo di celebrazione, della nazionalità di almeno uno dei coniugi ovvero della loro comune residenza al momento della celebrazione).

Lette in combinazione con l’art. 115 del codice civile – ai sensi del quale i cittadini italiani sono soggetti alle disposizioni del codice civile anche quando contraggono matrimonio in paese straniero secondo le forme ivi stabilite – tali disposizioni individuano nell’ordinamento italiano l’unico sistema regolatorio da cui devono enuclearsi gli elementi per misurare la validità formale e sostanziale del matrimonio.

Tale sistema, prosegue il Consiglio di Stato, individua nella diversità di sesso dei nubendi la “prima condizione di validità e di efficacia del matrimonio … in coerenza con la concezione del matrimonio afferente alla millenaria tradizione giuridica e culturale dell’istituto, oltre che all’ordine naturale costantemente inteso e tradotto nel diritto positivo come legittimante la sola unione coniugale tra un uomo e una donna”. Pertanto, il matrimonio celebrato all’estero tra due persone dello stesso sesso risulta sprovvisto di tale elemento essenziale ai fini della sua idoneità a produrre effetti giuridici nel nostro ordinamento, come già precisato dalla Corte di cassazione (sentenze n. 2400/2015 e n. 4184/2012, su cui vedi qui).

Pertanto, il Consiglio di Stato rileva che all’ufficiale di stato civile – che ha il dovere di verificare la sussistenza dell’elemento della diversità di sesso – è impedito di procedere alla relativa trascrizione, difettando la condizione, prevista all’art. 64 del regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile (decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000 n. 396/2000), della “dichiarazione degli sposi di volersi prendere rispettivamente in marito e moglie”.

Il titolo rivendicato dai ricorrenti, prosegue il Consiglio di Stato, non può rinvenirsi neanche alla luce di principi costituzionali, enunciati in convenzioni internazionali o a livello europeo.  Il divieto di trascrivere gli atti stranieri di matrimoni celebrati tra persone dello stesso sesso è già stato affermato a più riprese dalla Corte costituzionale (sentenze n. 170/2014 e n. 138/2010; ordinanze n. 4/2011 e n. 276/2010), che ha chiarito come tale divieto sia compatibile, da un lato, con l’art. 29 della Costituzione e, dall’altro, con l’art. 12 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e l’art. 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che sanciscono il diritto al matrimonio (e dunque con l’art. 117, co. 1, Cost.).

Il quadro delineato non sarebbe mutato neppure a seguito della sentenza resa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 21 luglio 2015 nel caso Oliari ed altri c. Italia (ricorsi n. 18766/11 e n. 36030/11) che, pur riconoscendo la violazione, da parte dell’Italia, dell’art. 8 della CEDU (che garantisce il diritto alla vita privata e familiare), nella misura in cui non assicura alcuna protezione giuridica alle unioni omosessuali, ha ribadito che la disciplina del matrimonio rientra nel margine di apprezzamento riservata agli Stati contraenti.

Da ultimo, con riguardo al motivo d’appello principale – il potere del Prefetto di annullare d’ufficio predette trascrizioni – il Consiglio di Stato svolge dapprima una ricognizione dei rapporti inter-organici esistenti tra Prefetto e Sindaco. A quest’ultimo, quale ufficiale di governo, è affidata anche la tenuta dei registri dello stato civile ed egli è soggetto, nell’esercizio delle pertinenti funzioni, alle istruzioni impartite dal Ministero dell’interno e, per esso, dal Prefetto.

Di conseguenza “deve essere affermata la sussistenza, in capo al Prefetto, della potestà di annullare le trascrizioni in questione, quale potere compreso certamente, ancorché implicitamente, nelle funzioni di direzione, sostituzione e vigilanza attribuitegli dall’ordinamento nella materia in discussione”. Tanto più che, conclude il Consiglio di Stato, “l’esigenza del controllo giurisdizionale … si rivela del tutto recessiva (se non inesistente), a fronte di atti inidonei a costituire lo stato delle persone ivi contemplate, dovendosi, quindi, ricercare, per la loro correzione, soluzioni e meccanismi anche diversi dalla verifica giudiziaria”.

L’arbitrato internazionale e l’Unione europea

Tue, 11/10/2015 - 14:00

Paolo Bertoli, Diritto europeo dell’arbitrato internazionale, Giuffrè, 2015, ISBN: 9788814208256, pp. 274, Euro 29.

[Dall’introduzione] – L’ordinamento europeo si compone di un insieme di principi e regole funzionali al processo di integrazione giuridica ed economica dei suoi Stati membri. Tali principi e regole limitano e condizionano la potestà legislativa statale e quella delle stesse istituzioni europee, sia impedendo di adottare o mantenere in vigore misure con essi contrastanti, sia incentivando l’adozione di atti funzionali al perseguimento degli obiettivi di integrazione ad essi sottesi. A sua volta, l’integrazione giuridica ed economica europea si fonda sul perseguimento di interessi pubblici e privati strettamente interconnessi […]. Esiste, pertanto, un evidente interesse europeo a un’efficiente disciplina attinente la soluzione delle controversie in materie civile e commerciale. A sua volta, l’arbitrato consiste in un metodo di soluzione delle controversie “attraverso l’intervento di un terzo al quale le parti, nella loro autonomia, rimettono una decisione con effetti per loro vincolanti”. L’arbitrato è un istituto noto in quasi tutti gli ordinanmenti, che – con diversi limiti e in base a differenti concezioni teoriche sottostanti – riconoscono effetti giuridici a un atto di autonon1ia privata diretto a conferire ad arbitri il potere di risolvere una controversia, con effetti vincolanti per le parti. L’arbitrato, in altri tern1ini, è un istituto che trova la propria origine e il proprio carattere giuridico nella circostanza che un dato ordinamento (interno, europeo o internazionale) conferisce tali effetti ad atti di autonomia privata ed è pertanto sempre radicato in almeno un determinato ordinamento. La decisione degli arbitri, a sua volta, produrrà effetti nell’ordinamento in cui l’arbitrato è radicato e dal quale ricava il proprio carattere giuridico in base alle norme proprie a tale ordinamento, e in altri ordinamenti in base a norme uniformi o, in assenza, a quelle interne. […] Dato il crescente utilizzo dell’arbitrato internazionale quale metodo di soluzione delle controversie internazionali in materia civile e commerciale e dato l’interesse europeo alla disciplina di tali controversie, la presente trattazione intende indagare come l’ordinamento europeo regoli o altrimenti condizioni l’arbitrato internazionale.

L’indice del volume è consultabile a questo indirizzo. Per maggiori informazioni sull’opera, si veda qui.

A workshop in Ferrara on collective redress through the voluntary assignment of obligations

Mon, 11/09/2015 - 15:00

On 26 November 2015, the Department of Law of the University of Ferrara will host a workshop in English on Collective Redress through the Voluntary Assignment of Obligations – Recent developments in EU Private International Law.

The main speaker will be Sabine Corneloup (Univ. de Bourgogne – Dijon). The discussant will be Antonio Leandro (Univ. of Bari).

Attendance is free, but those wishing to take part in the workshop are kindly asked to write an e-mail to pilworkshops@unife.it.

Further information available here.

Sull’obbligo di applicare la legge straniera secondo i propri criteri di interpretazione

Mon, 11/09/2015 - 07:00

Con la sentenza 26 ottobre 2015, n. 21712, la Corte di cassazione ha avuto modo di pronunciarsi sull’obbligo di applicazione della legge straniera «secondo i propri criteri di interpretazione e di applicazione nel tempo» posto dall’art. 15 della legge 31 maggio 1995 n. 218, di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato.

La vertenza che ha dato origine alla decisione prende le mosse dal decreto ingiuntivo con cui nel 2003 il Tribunale di Milano ordinava a B.A. il pagamento di una certa somma di denaro a favore di una società che gestiva un casinò con sede in Francia, avendo il primo ottenuto il corrispettivo di tale somma in fiches sulla base di assegni rimasti insoluti. L’ingiunto si opponeva affermando che, ai sensi dell’art. 1933 del codice civile, la società non poteva esercitare alcuna azione per ottenere il credito derivante dal gioco. L’opposizione veniva accolta.

La società opposta proponeva appello e, in tal sede, il giudice di secondo grado riteneva applicabile non già alla legge italiana ma la legge francese, in base all’art. 4, par. 2, della Convenzione di Roma del 1980 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (applicabile ratione temporis in luogo del sopravvenuto regolamento n. 593/2008).

La Corte d’Appello dava così applicazione all’art. 1965 del codice civile francese, così come interpretato dalla giurisprudenza francese. In particolare, il dato letterale della norma citata prevede, similmente all’art. 1933 del codice civile italiano, che non è concessa azione al creditore per i debiti di gioco. Senonché, sul punto, la Cour de cassation, con sentenza 4 marzo 1980, ha precisato che tale norma non trova applicazione se la tenuta del casinò è autorizzata dalla legge e regolamentata da pubblici poteri. Da tale orientamento derivava il potere del casinò di agire per ottenere il soddisfacimento del proprio credito. Conseguentemente il giudice d’appello riformava la sentenza a favore della società amministratrice del casinò.

Il B.A. ricorreva quindi per cassazione lamentando la violazione dell’art. 15 della legge n. 218/1995, in quanto la Corte d’Appello avrebbe applicato l’art. 1965 del code civil in base ad un orientamento che, ancorché effettivamente affermatosi, non trova applicazione qualora il credito vantato non derivi direttamente dall’attività di gioco bensì, come nel caso di specie, da un mutuo erogato al fine di consentire il gioco.

Nella sentenza la Suprema Corte prende inizialmente posizione sulla corretta applicazione dell’art. 4, par. 2 della Convenzione di Roma. Precisa la Corte che, non sussistendo tra le parti un accordo sulla legge applicabile, questa deve essere individuata nella legge del Paese di residenza dell’obbligato alla prestazione caratteristica del contratto, in questo caso consistente nella “dazione delle fiches“.

Continua il Giudice di legittimità argomentando l’ammissibilità del motivo di impugnazione esperito, poiché la violazione di legge può riguardare tanto la legge italiana quanto la legge straniera regolatrice del rapporto, come in passato affermato (cfr. Cass. n. 8630/2005). Prosegue la motivazione ribadendo che “il dovere del giudice di ricercare le fonti del diritto deve intendersi posto anche con riferimento alle norme giuridiche dell’ordinamento straniero, ma non implica l’obbligo di acquisire fonti giurisprudenziali”.

Rilevata l’effettiva presenza dell’orientamento giurisprudenziale richiamato dal giudice dell’appello, la Suprema Corte considera un successivo orientamento giurisprudenziale consolidatosi in Francia per il quale, pur essendo il credito del casinò azionabile se questo esercita la propria attività autorizzato dalla legge, il principio richiamato non si «attagli al caso in cui il debito in questione “se rapporte à des prêts consentis par le casino por alimenter le jeu” (si riferisca a prestiti concessi dal casinò per alimentare il gioco)“. La Corte corrobora le proprie osservazioni citando numerose sentenze della stessa Suprema Corte francese.

La Corte di cassazione conclude quindi con l’accoglimento del ricorso per violazione dell’art. 15 della legge n. 218/1995, non avendo la Corte d’Appello individuato i corretti criteri ermeneutici da impiegare nell’applicazione della legge francese.

Quarant’anni di trasformazioni nel diritto di famiglia in Italia

Sat, 11/07/2015 - 11:35

Il 9 e 10 novembre 2015 l’Università di Milano Bicocca ospita un convegno dal titolo 1975-2015 – La famiglia e il diritto: 40 anni di trasformazioni.

L’evento si articola in quattro sessioni, dedicate rispettivamente a L’idea di famiglia nel tempo, Centralità e unitarietà dello status di figlio, Il matrimonio e le unioni civili e La famiglia e lo Stato.

La seconda sessione, in particolare, presieduta da Costanza Honorati, propone alcune relazioni di sicuro interesse per i cultori del diritto internazionale privato, affidate a Cristina Campiglio (Univ. Pavia), che parlerà de La filiazione alla luce della CEDU, e a Maria Caterina Baruffi (Univ. Verona), che interverrà su Legislazioni straniere e riconoscimento dello status di figlio nato all’estero.

Ulteriori informazioni a questo indirizzo.

Il punto sul riconoscimento della kafalah in Italia

Fri, 11/06/2015 - 13:45

Cinzia Peraro, Il riconoscimento degli effetti della kafalah: una questione non ancora risolta, in Rivista di diritto internazionale privato e processuale, 2015, pp. 541-566.

[Abstract] – The issue of recognition in the Italian legal system of kafalah, the instrument used in Islamic countries to take care of abandoned children or children living in poverty, has been addressed by the Italian courts in relation to the right of family reunification and adoption. The aim of this paper is to analyse judgment No 226 of the Juvenile Court of Brescia, which in 2013 rejected a request to adopt a Moroccan child, made by Italian spouses, on the grounds that the Islamic means of protection of children is incompatible with the Italian rules. The judges followed judgment No 21108 of the Italian Supreme Court, issued that same year. However, the ratification of the 1996 Hague Convention on parental responsibility and measures to protect minors, which specifically mentions kafalah as one of the instruments for the protection of minors, may involve an adjustment of our legislation. A bill submitted to the Italian Parliament in June 2014 was going in this direction, defining kafalah as «custody or legal assistance of a child». However, in light of the delicate question of compatibility between the Italian legal system and kafalah, the Senate decided to meditate further on how to implement kafalah in Italian law. Therefore, all rules on the implementation of kafalah have been separated from ratification of the Hague Convention and have been included in a new bill.

La codificazione del diritto internazionale privato e processuale: una tavola rotonda a Ferrara

Wed, 11/04/2015 - 11:00

Si terrà il 27 novembre 2015, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, una tavola rotonda dal titolo La codificazione del diritto internazionale privato e processuale – Sviluppo storico e declinazioni attuali di un’idea.

Moderati da Andrea Giardina (Univ. Roma La Sapienza), prenderanno la parola, fra gli altri, Didier Boden (Univ. Paris 1 – Panthéon-Sorbonne), Sergio M. Carbone (Univ. Genova), Francesco Salerno (Univ. Ferrara) e Sara Tonolo (Univ. Trieste).

Interverranno altresì Antonio Leandro (Univ. Bari), Fabrizio Marongiu Buonaiuti (Univ. Macerata), Lidia Sandrini (Univ. Milano) e Chiara Tuo (Univ. Genova).

Maggiori informazioni, oltre a una selezione di materiali, sono disponibili a questo indirizzo

Il diritto transnazionale del lavoro

Wed, 11/04/2015 - 07:00

Research Handbook on Transnational Labour Law, a cura di Adelle Blackett, Anne Trebilcock, 2015, Edward Elgar Publishing, ISBN 9781782549789, pp. 608, GBP 297.

[Dal sito dell’editore] – The editors’ substantive introduction and the specially commissioned chapters in the Handbook explore the emergence of transnational labour law as a field, along with its contested contours. The expansion of traditional legal methods, such as treaties, is juxtaposed with the proliferation of contemporary alternatives such as indicators, framework agreements and consumer-led initiatives. Key international and regional institutions are studied for their coverage of such classic topics as freedom of association, equality, and sectoral labour standard-setting, as well as for the space they provide for dialogue. The volume underscores transnational labour law’s capacity to build bridges, including on migration, climate change and development.

Maggiori informazioni sono reperibili qui.

Il fascicolo 2/2015 di Int’l Lis

Tue, 11/03/2015 - 07:00

È da poco uscito il fascicolo estivo dell’annata 2015 di Int’l Lis – Corriere trimestrale della litigation internazionale, diretto da Claudio Consolo.

Nella sezione Cronache, il fascicolo ospita, fra le altre, uno scritto di Albert Henke sulle nuove leggi arbitrali olandese e belga, seguito dalla segnalazione (sotto forma di agili note di commento) di alcune recenti pronunce della Corte di cassazione su temi di diritto processuale civile internazionale, a cura di Elena D’Alessandro, Gina Gioia, Luca Penasa, Monica Pilloni, Marcello Stella, Silvia Turatto e Beatrice Zuffi.

Il fascicolo propone inoltre una nota di Marcella Negri alla sentenza Cartel Damage Claims della Corte di giustizia (21 maggio 2015, causa C-352/13), dal titolo Una pronuncia a tutto campo sui criteri di allocazione della competenza giurisdizionale nel private enforcement transfrontaliero: il caso esemplare delle azioni risarcitorie c.d. follow-on rispetto a decisioni sanzionatorie di cartelli pan-europei.

Si devono invece rispettivamente a Valentina Morgante e a Olga Desiato i commenti a Court of Appeal of England and Wales, 5 febbraio 2015, in tema di immunità giurisdizionale degli Stati stranieri nelle controversie di lavoro, e a Corte d’Appello di Bari, ord. 6 ottobre 2014, sulla incompatibilità con l’ordine pubblico dello Stato richiesto quale causa ostativa del riconoscimento di un provvedimento straniero.

Chiudono il fascicolo la prima parte di uno scritto di Neil Andrews sulle recenti innovazioni conosciute dal diritto inglese dei contratti e della procedura civile e uno scritto di Claudio Consolo intitolato Adesione del convenuto straniero al tentativo di mediazione obbligatoria ex art. 5, co. 1-bis, d. lgs. 28/2010 promosso in Italia e (salvezza dell’eccezione di difetto della) giurisdizione italiana.

Maggiori informazioni a questo indirizzo.

Il regolamento Bruxelles I bis commentato articolo per articolo: la nuova edizione del commentario diretto da Rauscher

Fri, 10/30/2015 - 07:00

Europäisches Zivilprozess- und Kollisionsrecht EuZPR/EuIPR, vol. I, Brüssel Ia-VO, 4a ed., Verlag Dr. Otto Schmidt, 2015, pp. 1456, ISBN 9783504472023, Euro 249.

[Dal sito dell’editore] Rechtzeitig zum Inkrafttreten 2015 wird in Band I der 4. Auflage des Großkommentars EuZPR/EuIPR die reformierte Fassung der Brüssel I-Verordnung, die Brüssel Ia-Verordnung, mit den wichtigen Neuerungen kommentiert. So finden Sie z.B. alles zu den erheblichen Änderungen im Verfahren der Vollstreckung von ausländischen Zivilurteilen, zu dem Recht der parallelen Rechtshängigkeit sowie zu den Möglichkeiten der signifikant gestärkten Gerichtsstandsvereinbarungen. Das Lugano-Übereinkommmen 2007, das erst die Anpassung an die bisherige Verordnung vollzieht, weicht damit bereits wieder deutlich vom EU-Instrument ab und wird in diesen wesentlichen Abweichungen behandelt.

Maggiori informazioni sul volume, che ha per autori Stefan Leible, Peter Mankowski, Ansgar Staudinger e Steffen Pabst, sono reperibili a questo indirizzo.

Contratti elettronici conclusi dai consumatori e diritto internazionale privato

Thu, 10/29/2015 - 07:00

Zheng Sophia Tang, Electronic Consumer Contracts in the Conflict of Laws, Hart Publishing, 2015, ISBN 9781849466912, pp. 432, GBP 65.

[Dal sito dell’editore] – The second edition of this highly recommended work addresses the interaction between conflict of laws, electronic commerce and consumer contracts. In addition it identifies specific difficulties that conflicts lawyers and consumer lawyers encounter in electronic commerce and proposes original approaches to balance the conflict of interest between consumers’ access to justice and business efficiency. The European Union has played a leading role in this area of law and its initiatives are fully explored. It pays particular attention to the most recent development in collective redress and alternative/online dispute resolution. By adopting multiple research methods, including a comparative study of the EU/US approach; historical analysis of protective conflict of laws; doctrinal analysis of legal provisions and economic analysis of law to provide, it provides the most comprehensive examination of frameworks in cross-border consumer contracts.

Maggiori informazioni sono reperibili qui.

Tutela del credito e cooperazione giudiziaria nell’Unione europea

Wed, 10/28/2015 - 07:00

Si terrà a Milano il 30 ottobre 2015, nel quadro delle iniziative promosse per celebrare la Giornata europea della giustizia civile, un convegno dal titolo La tutela del credito e la cooperazione giudiziaria in Europa (su altre iniziative legate alla dodicesima edizione della Giornata europea, si veda questo post).

L’evento, organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura – Struttura territoriale di formazione decentrata del Distretto di Milano, dall’Ordine degli Avvocati di Milano e dall’Associazione dei laureati in Giurisprudenza dell’Università di Milano, coinvolgerà, fra gli altri, Roberta Clerici, Alberto Malatesta, Manlio Frigo, Luigi Fumagalli e Lidia Sandrini (tutti Univ. Milano).

Fra gli argomenti oggetto dell’incontro, si segnalano la circolazione delle sentenze nello spazio giudiziario europeo secondo il regolamento Bruxelles I bis, l’ingiunzione di pagamento europea, la cooperazione fra autorità di Stati membri diversi nell’assunzione di prove e l’ordinanza europea di sequestro conservativo di conti bancari, istituita dal regolamento n. 655/2014.

Per maggiori informazioni, compreso il programma, si veda qui.

The liability of a company director from the standpoint of the Brussels I Regulation

Tue, 10/27/2015 - 07:00

This post has been written by Eva De Götzen.

On 10 September 2015, the ECJ delivered its judgment in Holterman Ferho Exploitatie (C-47/14), a case concerning the interpretation of Regulation No 44/2001 of 22 December 2000 on jurisdiction and the recognition and enforcement of judgments in civil and commercial matters (Brussels I).

More specifically, the case involved the interpretation of Article 5(1) and Article 5(3) of the Regulation, which provide, respectively, for special heads of jurisdiction over contractual matters and matters relating to a tort or delict, as well as the interpretation of the rules laid down in Section 5 of Chapter II (Articles 18 to 21), on employment matters. The said provisions correspond, today, to Articles 7(1) and (2) and Articles 20 to 23 of Regulation No 1215/2012 of 12 December 2012 (Brussels Ia Regulation).

The request for a preliminary ruling arose from a dispute involving a German national resident in Germany, Mr Spies von Büllesheim, who had entered a Dutch company’s service as a managing director, in addition to being a shareholder of that company. He had also been involved in the managing of three German subsidiaries of the company, for which he served as a director and an authorised agent.

The company brought a declaratory action and an action for damages in the Netherlands against Mr Spies von Büllesheim, claiming that he had performed his duties as director improperly, that he had acted unlawfully and that, aside from his capacity as a director, he had acted deceitfully or recklessly in the performance of the contract of employment under which the company had hired him as a managing director.

The Dutch lower courts seised of the matter took the view that they lacked jurisdiction either under Article 18(1) and Article 20(1) of the Brussels I Regulation, since the domicile of the defendant was outside the Netherlands, or under Article 5(1)(a), to be read in conjunction with Article 5(3).

When the case was brought before the Dutch Supreme Court, the latter referred three questions to the ECJ.

The first question was whether the special rules of jurisdiction for employment matters laid down in Regulation No 44/2001 preclude the application of Article 5(1)(a) and Article 5(3) of the same Regulation in a case where the claimant company alleges that the defendant is liable not only in his capacity as the managing director and employee of the company under a contract of employment, but also in his capacity as a director of that company and/or in tort.

The ECJ observed in this respect that one must ascertain, at the outset, whether the defendant could be considered to be bound to the company by an “individual contract of employment”. This would in fact make him a “worker” for the purposes of Article 18 of Regulation No 44/2001 and trigger the application of the rules on employment matters set forth in Section 5 of Chapter II, irrespective of whether the parties could also be tied by a relationship based on company law.

Relying on its case law, the ECJ found that the defendant performed services for and under the direction of the claimant company, in return for which he received remuneration, and that he was bound to that company by a lasting bond which brought him to some extent within the organisational framework of the business of the latter. In these circumstances, the provisions of Section 5  would in principle apply to the case, thereby precluding the application of Article 5(1) and Article 5(3).

The ECJ conceded, however, that if the defendant, in his capacity as a shareholder in the claimant company, was in a position to influence the decisions of the company’s administrative body, then no relationship of subordination would exist, and the characterisation of the matter for the purposes of jurisdiction would accordingly be different.

The second question raised by the Hoge Raad was whether Article 5(1) of the Brussels I Regulation applies to a case where a company director, not bound by an employment relationship with the company in question, allegedly failed to perform his duties under company law.

The ECJ noted that, generally speaking, the legal relationship between a director and his company is contractual in nature for the purposes of Article 5(1), since it involves obligations that the parties have freely undertaken. More precisely, a relationship of this kind should be classified as a “provision of services” within the meaning of the second indent of Article 5(1)(b). Jurisdiction will accordingly lie, pursuant to the latter provision, with the court for the place where the director carried out his activity.

To identify this place, one might need to determine, as indicated in Wood Floor Solutions, where the services have been provided for the most part, based on the provisions of the contract. In the absence of any derogating stipulation in any other document (namely, in the articles of association of the company), the relevant place, for these purposes, is the place where the director in fact, for the most part, carried out his activities in the performance of the contract, provided that the provision of services in that place is not contrary to the parties’ agreed intentions.

Finally, inasmuch as national law makes it possible to base a claim by the company against its former manager simultaneously on the basis of allegedly wrongful conduct, the ECJ, answering the third question raised by the Hoge Raad, stated that such a claim may come under “tort, delict or quasi-delict” for the purposes of Article 5(3) of the Brussels I Regulation whenever the alleged conduct does not concern the legal relationship of a contractual nature between the company and the manager.

The ECJ recalled in this connection that the Regulation, by referring to “the place where the harmful event occurred or may occur”, intends to cover both the place where the damage occurred and the place of the event giving rise to it. Insofar as the place of the event giving rise to the damage is concerned, reference should be made to the place where the director carried out his duties as a manager of the relevant company. For its part, the place where the damage occurred is the place where the damage alleged by the company actually manifests itself, regardless of the place where the adverse consequences may be felt of an event which has already caused a damage elsewhere.

Protezione dei dati personali e informatici e diritto internazionale privato

Mon, 10/26/2015 - 07:00

Il 7 novembre 2015, l’Università di Messina ospiterà un convegno dedicato a La protezione dei dati personali e informatici nell’era della sorveglianza globale. 

La giornata di studi sarà articolata in due sessioni, una delle quali dedicata ai profili di diritto internazionale privato. La sessione sarà presieduta e moderata da Nerina Boschiero (Univ. Statale di Milano) ed ospiterà le relazioni di Paolo Bertoli (Univ. Insubria), Livio Scaffidi Runchella e Marcella Distefano (entrambi Univ. Messina).

Il programma completo ed ulteriori informazioni sono reperibili a questo indirizzo.

La perdita della cittadinanza nella prospettiva internazionale, europea ed interna

Fri, 10/23/2015 - 08:00

Sandra Mantu, Contingent Citizenship. The Law and Practice of Citizenship Deprivation in International, European and National Perspectives, Brill, 2015, ISBN: 9789004292994, pp. 388, 155 Euro.

[Dal sito dell’editore] – In Contingent citizenship, Sandra Mantu examines the changing rules of citizenship deprivation in the UK, France and Germany from the perspective of international and European legal standards. In practice, two grounds upon which loss of citizenship takes place stand out: fraud in the context of fraudulent acquisition of nationality and terrorism in the context of national security. Newly naturalised citizens and citizens of immigrant origin are mainly targeted by these measures. The resurrection of the importance attached to loyalty as the citizen’s main duty towards his/her state shows that the rules on loss of citizenship are capable of expressing ideals of membership and identity, while the citizenship status of certain citizens remains contingent upon meeting these ideals.

Ulteriori informazioni sono reperibili qui.

La dodicesima edizione della giornata europea della giustizia civile

Thu, 10/22/2015 - 08:00

Anche quest’anno, il 25 ottobre 2015 si celebra la giornata europea della giustizia civile. In questa occasione gli Stati del Consiglio d’Europa sono invitati ad organizzare incontri volti alla formazione degli operatori del diritto e alla sensibilizzazione delle persone verso i temi della giustizia civile, compresa la cooperazione giudiziaria.

In questo contesto, si segnalano, in Italia, due eventi in programma il 26 ottobre 2015, rispettivamente a Catania e a Firenze.

Il primo, organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura – Struttura territoriale di formazione decentrata del Distretto di Catania, avrà ad oggetto La responsabilità civile: nuove e vecchie questioni interne e prospettive europee (vedi qui). L’altro, a cura della Camera civile e della Corte d’appello di Firenze, sarà dedicato a Le successioni transfrontaliere. Cosa cambia dopo l’entrata in vigore del Regolamento Europeo n. 650/2012 (questo il programma).

Il 4 novembre 2015, poi, si terrà a Ferrara, sempre in relazione alla Giornata europea della Giustizia civile, un convegno interdisciplinare organizzato dal Tribunale e dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara.

Si parlerà de L’accesso alla giustizia dei consumatori: le controversie di consumo tra giustizia ordinaria e ADR (Giovanni De Cristofaro, Univ. Ferrara), de Le linee guida dell’ultima riforma della legge fallimentare alla luce delle raccomandazioni della Commissione europea su un nuovo approccio al fallimento delle imprese ed all’insolvenza (Andrea Lolli, Univ. Ferrara, e Stefano Giusberti, Trib. Ferrara), nonché di Nuovi strumenti per la tutela transnazionale del credito commerciale: dalla riforma del regolamento Bruxelles I all’ordinanza europea di sequestro conservativo dei conti bancari (Pietro Franzina, Univ. Ferrara).

La locandina di quest’ultimo evento è reperibile qui.

Le segnalazioni relative agli eventi programmati in occasione della giornata europea della giustizia civile nei diversi Stati del Consiglio d’Europa confluiscono in questi giorni a questo indirizzo.

Il diritto alla privacy e la protezione dei dati personali nel diritto internazionale privato e processuale

Wed, 10/21/2015 - 08:00

Burkhard Hess, Cristina M. Mariottini, Protecting Privacy in Private International and Procedural Law and by Data Protection. European and American Developments, Ashgate, 2015, ISBN 9781472473301, pp. 400, GBP 72.

[Dal sito dell’editore] – A new volume has recently been published in the Max Planck Institute Luxembourg Book Series. Ensuring the effective right to privacy regarding the gathering and processing of personal data has become a key issue both in the internal market and in the international arena. The extent of one’s right to control their data, the implications of the ‘right to be forgotten’, the impact of the Court of Justice of the European Union’s decisions on personality rights, and recent defamation legislation are shaping a new understanding of data protection and the right to privacy. This book explores these issues with a view to assessing the status quo and prospective developments in this area of the law which is undergoing significant changes and reforms.

Ulteriori informazioni, compreso il sommario dell’opera, sono disponibili in inglese e in tedesco, rispettivamente, qui e qui.

Call for Applications: IALP-MPI Summer School 2016

Tue, 10/20/2015 - 08:00

The Max Planck Institute Luxembourg is accepting applications for the 2016 Summer School on Approaches to Procedural Law: The Pluralism of Methods, organised in collaboration with the International Association of Procedural Law under the direction of Loïc Cadiet (Université Paris 1 – Sorbonne) and Burkhard Hess (MPI Luxembourg).

The Summer School will take place at the Max Planck Institute Luxembourg between 10 and 13 July 2016. Up to 20 places will be available for applicants having procedural law and/or dispute resolution mechanisms as their main field of academic interest.

The deadline for applications is 31 January 2016.

[From the press release] – The first IAPL-MPI Summer School at the premises of the Max Planck Institute in Luxembourg in July 2014 was a successful experience, recently crowned by the publication of the collective book Procedural Science at the Crossroads of Different Generations (Nomos 2015). This success has encouraged the organization of a second edition in 2016. The second edition of IAPL-MPI Post-Doctoral Summer School aims like the first one to bring together outstanding young post-doc researchers of any nationality dealing with European and comparative procedural law, as well as with other relevant dispute mechanisms for civil controversies. Researchers at the very ending stage of their PhD project are also invited to apply. The School will give them an opportunity to openly share and discuss their current project of research with other young colleagues, but also with experienced law professors and practitioners. In this regard, Luxembourg is presently for many reasons one of the most interesting venues in Europe, where many opportunities for exchanges between procedural theory and practice are offered.

Further details can be found here

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