Agrégateur de flux

Article L. 723-2 et L. 722-11 du code rural et de la pêche maritime

Cour de cassation française - lun, 02/08/2016 - 10:23

Pourvoi c/ Cour d'appel de Nîmes, chambre sociale, 23 septembre 2014

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Articles L.450-3 et L.464-8 du code de commerce

Cour de cassation française - lun, 02/08/2016 - 10:23

Pourvoi c/ Cour d'appel de Paris, pôle 5, chambre 5-7, 25 septembre 2015

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Articles 80-1 et 116 du Code de procédure pénale

Cour de cassation française - lun, 02/08/2016 - 10:23

Pourvoi c/ Cour d'appel d'Aix en Provence, 16e chambre B, 9 septembre 2015

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Article 88, 584, 585 et 585-1 du code de procédure pénale

Cour de cassation française - lun, 02/08/2016 - 10:23

Pourvoi c/ Cour d'appel d'Aix en Provence, 16e chambre B, 13 janvier 2016

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Un incontro a Verona sul minore nel contesto internazionale

Aldricus - lun, 02/08/2016 - 07:00

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona, unitamente all’Ordine degli Avvocati e alla Camera Minorile di Verona, organizza per il giorno 11 febbraio 2016 un incontro formativo dal titolo Il minore nel contesto giuridico internazionale: responsabilità genitoriale, giurisdizione e legge applicabile, riconoscimento ed esecuzione delle decisioni.

L’incontro, che si terrà presso la sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche, sarà coordinato da Ernesto D’Amico (Trib. Verona) e vedrà susseguirsi le relazioni di Maria Caterina Baruffi e di Francesca Ragno (entrambe Univ. Verona).

Per maggiori informazioni si veda qui.

La course à la clémence au sein du réseau européen de concurrence

Les programmes de clémence nationaux mis en œuvre par les autorités de concurrence nationales et le programme de clémence de la Commission européenne coexistent de façon autonome et indépendante.

En carrousel matière:  Oui Matières OASIS:  Affaires

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Reconnaissance de paternité : de l’intérêt supérieur de l’enfant de connaître sa filiation réelle

Le 14 janvier 2016, la Cour européenne des droits de l’homme (CEDH) confirme sa position, sous l’angle de l’article 8 de la Convention européenne des droits de l’homme, en matière d’annulation de reconnaissance de paternité.

En carrousel matière:  Oui Matières OASIS:  Néant

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La Cassazione sulla facoltà di richiedere la corresponsione di un assegno all’ex coniuge in sede separata dal giudizio di divorzio

Aldricus - dim, 02/07/2016 - 08:00

Con sentenza 1° febbraio 2016, n. 1863, la Corte di cassazione si è pronunciata sul ricorso di un uomo contro la decisione con cui la Corte di appello di Firenze aveva accordato all’ex moglie un assegno di mantenimento, all’esito di un autonomo procedimento,  successivo a quello di scioglimento del matrimonio svoltosi nella Repubblica Ceca.

Con il primo motivo di ricorso l’uomo lamentava la falsa applicazione degli articoli 5 e 9 della legge 1° dicembre 1970 n. 898 sulla disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio. L’art. 5, comma 6, di tale legge, stabilisce che con la sentenza che pronuncia lo scioglimento, il tribunale – tenuto conto delle condizioni dei coniugi – “dispone l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive”. L’art. 9 disciplina invece i casi di revisione (successivi, dunque, al divorzio) delle disposizioni concernenti l’affidamento dei figli e di quelle relative alla misura e alla modalità dei contributi economici.

Sulla base di tale disciplina, l’uomo riteneva che la donna non potesse avviare in Italia un procedimento autonomo rispetto a quello di divorzio, avente ad oggetto l’assegno (tra l’altro, ella aveva già presentato una richiesta di assegno in sede di procedimento di divorzio dinanzi a un giudice ceco, ma tale domanda non era stata ritenuta proponibile in quella sede, prevedendo la legislazione ceca la possibilità di proporre un separato giudizio per le questioni di carattere economico).

Con il secondo motivo di ricorso, l’ex marito rilevava inoltre che, poiché ai sensi dell’art. 21 del regolamento (CE) n. 2201/2003 relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale (Bruxelles II bis), la sentenza di divorzio pronunciata nella Repubblica Ceca doveva essere riconosciuta automaticamente in Italia, questa dovesse essere equiparata ad una decisione italiana e, pertanto, assoggettata alle medesime preclusioni processuali che impediscono l’accertamento del diritto all’assegno divorzile.

La Corte ha sottolineato come la pronuncia contestuale dello scioglimento del matrimonio (o della cessazione degli effetti civili del matrimonio) e delle statuizioni relative ai figli e alle condizioni economiche “non risponde a un principio costituzionale che imponga la regolamentazione contestuale dei diritti e dei doveri scaturenti da un determinato status”, portando ad esempio la sentenza non definitiva di divorzio che si pronuncia sullo status e rinvia al successivo corso del giudizio per l’adozione dei provvedimenti conseguenti.

La Corte ha inoltre stabilito che la richiesta di corresponsione dell’assegno divorzile di cui all’art. 5 della l. 898/1970 si configura “come domanda (connessa ma) autonoma rispetto a quella di scioglimento del matrimonio”: pertanto, la parte che non l’abbia avanzata nel corso del procedimento di divorzio, ben può proporla successivamente senza che a ciò sia ostacolo la sopravvenuta pronuncia di scioglimento del vincolo di coniugio.

La Corte ha osservato infine come il riferimento al regime del riconoscimento automatico di cui al regolamento n. 2201/2003 corrobori questa interpretazione: esso comporta la ricezione nel nostro ordinamento del contenuto specifico della decisione ceca, che si è limitata ad accertare le condizioni per lo scioglimento del matrimonio ed a pronunciarlo, lasciando aperta la possibilità di far valere le pretese economiche in un separato procedimento.

Alla decisione ceca, infatti, per il Supremo Collegio, non può attribuirsi “il contenuto di un accertamento implicito sulla insussistenza delle condizioni per il riconoscimento di un assegno divorzile e neanche quello di un giudicato costituente una preclusione processuale alla proposizione di una successiva domanda di assegno divorzile basata sulle condizioni economiche degli ex coniugi anche se coincidenti con quelle esistenti al momento della pronuncia di divorzio”.

Just did not do it. USCA confirms strict attributability test in Ranza v Nike.

GAVC - ven, 02/05/2016 - 07:07

In Ranza v Nike, the Court of Appeal for the ninth circuit confirmed the high hurdle to establish personal jurisdiction over foreign corporations in the US, following the Supreme Court’s decisions in Kiobel and Bauman /Daimler. Trey Childress has good summary here and I am happy largely to refer.

Loredana Ranza is a US citisen, resident in the EU (first The Netherlands; Germany at the time of the court’s decision). She seeks to sue against her Dutch employer, Nike BV, and its parent corporation, Nike inc. for alleged violation of federal laws prohibiting sex and age discrimination. The Dutch equality Commission had earlier found the allegations unfounded under Dutch law.

Of particular interest are the Court’s views on the attributability test /piercing the corporate veil following Daimler and Kiobel. The Court held (p.15 ff) that prior to Daimler, personal jurisdiction over the mother company could be established using either the agency or the alter ego test, with the former now no longer available following Daimler. Under the Agency test, effectively a type of abus de droit /fraus /fraud, plaintiff needed to show that the subsidiary performed services which were sufficiently important to the foreign corporation that if it did not have a representative to perform them, the corporation’s own officials would undertake to perform substantially similar services. Daimler, the Court suggested in Ranza, held that the agency test leads to too broad a jurisdictional sweep. That leaves the alter ego test: effectively, whether the actions prima facie carried out by the subsidiary, are in fact carried out by the mother company for it exercises a degree of control over the daughter which renders that daughter the mother’s alter ego. Not so here, on the facts of the case: Nike Inc, established in Oregon, is heavily involved in Nike BV’s macromanagement, but not so ‘enmeshed’ in its routine management of day-to-day operation, that the two companies should be treated as a single enterprise for the purposes of jurisdiction.

For good measure, the Court also confirmed application of dismissal of jurisdiction on the basis of forum non conveniens.

Geert.

Reportage sur les attentats de 2001 : la France a violé le droit à la liberté d’expression

La condamnation pour diffamation envers le prince saoudien Turki Al Faysal du directeur de France Télévisions, de la réalisatrice et de la société France 3 en raison d’un reportage consacré aux plaintes déposées par les familles des victimes des attentats du 11 septembre 2001 a enfreint l’article 10 de la Convention européenne.

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Article L. 241-13 III du code de la sécurité sociale

Cour de cassation française - jeu, 02/04/2016 - 16:06

Non renvoyée au Conseil constitutionnel

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