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133/2015 : 11 novembre 2015 - Arrêt du Tribunal dans l'affaire T-544/13

Communiqués de presse CVRIA - Wed, 11/11/2015 - 10:12
Dyson / Commission
Énergie
Dyson échoue à faire annuler le règlement sur l’étiquetage énergétique des aspirateurs

Categories: Flux européens

135/2015 : 11 novembre 2015 - Arrêt de la Cour de justice dans l'affaire C-422/14

Communiqués de presse CVRIA - Wed, 11/11/2015 - 10:02
Pujante Rivera
SOPO
La rupture d’un contrat de travail suite au refus du travailleur d’accepter une modification unilatérale et substantielle des éléments essentiels du contrat à son détriment constitue un licenciement au sens de la directive sur les licenciements collectifs

Categories: Flux européens

134/2015 : 11 novembre 2015 - Arrêt de la Cour de justice dans l'affaire C-223/14

Communiqués de presse CVRIA - Wed, 11/11/2015 - 10:01
Tecom Mican et Arias Domínguez
Espace de liberté, sécurité et justice
La Cour définit pour la première fois la notion des actes extrajudiciaires qui doivent faire l’objet d’une transmission formelle aux destinataires résidant dans un autre État membre

Categories: Flux européens

Il Consiglio di Stato sulla trascrizione di atti di matrimonio same-sex celebrati all’estero

Aldricus - Wed, 11/11/2015 - 07:00

Con una sentenza depositata il 26 ottobre 2015, il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla trascrizione, nei registri dello stato civile, degli atti di matrimonio tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero, su ricorso del Ministero dell’interno avverso una decisione resa il 23 aprile 2014 dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio.

La sentenza impugnata, non riconoscendo alcun diritto alla trascrizione degli atti stranieri di matrimoni same-sex, aveva annullato il provvedimento del 31 ottobre 2014 con cui il Prefetto di Roma aveva disposto l’annullamento di alcune trascrizioni di tali atti, in linea con quanto previsto dalla circolare del 7 ottobre 2014 (su cui vedi questo post).

Ritenendo che la questione attinente all’enunciato potere prefettizio fosse logicamente successiva a quella della trascrivibilità degli atti di matrimonio, il Consiglio di Stato ha proceduto, in primo luogo, all’analisi della questione della trascrivibilità, articolando a tal fine una ricognizione dei principi e delle norme che governano la trascrizione degli atti di matrimonio formati all’estero.

Esso muove dagli articoli 27 e 28 della legge 31 maggio 19995 n. 218, di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato, che designano, rispettivamente, la legge secondo la quale dev’essere valutata la validità sostanziale – ossia le condizioni soggettive – del matrimonio (trattasi della “legge nazionale di ciascun nubendo al momento del matrimonio”), e la legge secondo la quale va determinata la validità formale dell’atto celebrato all’estero (alternativamente, la legge del luogo di celebrazione, della nazionalità di almeno uno dei coniugi ovvero della loro comune residenza al momento della celebrazione).

Lette in combinazione con l’art. 115 del codice civile – ai sensi del quale i cittadini italiani sono soggetti alle disposizioni del codice civile anche quando contraggono matrimonio in paese straniero secondo le forme ivi stabilite – tali disposizioni individuano nell’ordinamento italiano l’unico sistema regolatorio da cui devono enuclearsi gli elementi per misurare la validità formale e sostanziale del matrimonio.

Tale sistema, prosegue il Consiglio di Stato, individua nella diversità di sesso dei nubendi la “prima condizione di validità e di efficacia del matrimonio … in coerenza con la concezione del matrimonio afferente alla millenaria tradizione giuridica e culturale dell’istituto, oltre che all’ordine naturale costantemente inteso e tradotto nel diritto positivo come legittimante la sola unione coniugale tra un uomo e una donna”. Pertanto, il matrimonio celebrato all’estero tra due persone dello stesso sesso risulta sprovvisto di tale elemento essenziale ai fini della sua idoneità a produrre effetti giuridici nel nostro ordinamento, come già precisato dalla Corte di cassazione (sentenze n. 2400/2015 e n. 4184/2012, su cui vedi qui).

Pertanto, il Consiglio di Stato rileva che all’ufficiale di stato civile – che ha il dovere di verificare la sussistenza dell’elemento della diversità di sesso – è impedito di procedere alla relativa trascrizione, difettando la condizione, prevista all’art. 64 del regolamento per la revisione e la semplificazione dell’ordinamento dello stato civile (decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000 n. 396/2000), della “dichiarazione degli sposi di volersi prendere rispettivamente in marito e moglie”.

Il titolo rivendicato dai ricorrenti, prosegue il Consiglio di Stato, non può rinvenirsi neanche alla luce di principi costituzionali, enunciati in convenzioni internazionali o a livello europeo.  Il divieto di trascrivere gli atti stranieri di matrimoni celebrati tra persone dello stesso sesso è già stato affermato a più riprese dalla Corte costituzionale (sentenze n. 170/2014 e n. 138/2010; ordinanze n. 4/2011 e n. 276/2010), che ha chiarito come tale divieto sia compatibile, da un lato, con l’art. 29 della Costituzione e, dall’altro, con l’art. 12 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e l’art. 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che sanciscono il diritto al matrimonio (e dunque con l’art. 117, co. 1, Cost.).

Il quadro delineato non sarebbe mutato neppure a seguito della sentenza resa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo il 21 luglio 2015 nel caso Oliari ed altri c. Italia (ricorsi n. 18766/11 e n. 36030/11) che, pur riconoscendo la violazione, da parte dell’Italia, dell’art. 8 della CEDU (che garantisce il diritto alla vita privata e familiare), nella misura in cui non assicura alcuna protezione giuridica alle unioni omosessuali, ha ribadito che la disciplina del matrimonio rientra nel margine di apprezzamento riservata agli Stati contraenti.

Da ultimo, con riguardo al motivo d’appello principale – il potere del Prefetto di annullare d’ufficio predette trascrizioni – il Consiglio di Stato svolge dapprima una ricognizione dei rapporti inter-organici esistenti tra Prefetto e Sindaco. A quest’ultimo, quale ufficiale di governo, è affidata anche la tenuta dei registri dello stato civile ed egli è soggetto, nell’esercizio delle pertinenti funzioni, alle istruzioni impartite dal Ministero dell’interno e, per esso, dal Prefetto.

Di conseguenza “deve essere affermata la sussistenza, in capo al Prefetto, della potestà di annullare le trascrizioni in questione, quale potere compreso certamente, ancorché implicitamente, nelle funzioni di direzione, sostituzione e vigilanza attribuitegli dall’ordinamento nella materia in discussione”. Tanto più che, conclude il Consiglio di Stato, “l’esigenza del controllo giurisdizionale … si rivela del tutto recessiva (se non inesistente), a fronte di atti inidonei a costituire lo stato delle persone ivi contemplate, dovendosi, quindi, ricercare, per la loro correzione, soluzioni e meccanismi anche diversi dalla verifica giudiziaria”.

“RIW Fachkonferenz” on Private Enforcement of Competition Law and the Regulation 2014/104/EU at Frankfurt am Main on 26 November 2015

Conflictoflaws - Tue, 11/10/2015 - 20:55

Matthias Weller is Professor for Civil Law, Civil Procedure and Private International Law at the EBS University for Economics and Law Wiesbaden and Director of the EBS Law School Research Center for Transnational Commercial Dispute Resolution (www.ebs.edu/tcdr).

The enforcement of competition law by means of civil proceedings is becoming more and more important. The European legislator recently has tried to incentivize private enforcement actions by enacting Regulation 2014/104/EU which harmonizes the law of the Member States with respect to cartel damage claims. Courts all around Europe deal with private enforcement claims. In May this year, for the first time the CJEU has dealt with central issues on international jurisdiction according to the Brussels I-Regulation in the CDC-proceedings. As a consequence, this area of law is shifting into the focus of both competition law and civil procedure experts.

Taking this development into account, the German Legal Journal “Recht der Internationalen Wirtschaft” (“RIW”) hosts a conference (conference language: German) that takes a closer look at the current trends in private enforcement of competition law:

Welcome speech

Dr. Roland Abele, RIW

 Introduction to the subject

Prof. Dr. Matthias Weller, Mag.rer.publ., EBS Law School, Wiesbaden

Legal framework of the Private Enforcement Regulation 2014/104/EU

Prof. Dr. Heike Schweitzer, LL.M. (Yale), Freie Universität Berlin

International civil procedural law and the CDC-case of the CJEU

Prof. Dr. Matthias Weller, Mag.rer.publ., EBS Law School Wiesbaden

Presumption of loss

Prof. Dr. Stefan Thomas, University of Tübingen

Relationship between joint and several debtors

Prof. Dr. Friedemann Kainer, University of Mannheim

Private Enforcement from the appeal instance

Rechtsanwalt beim Bundesgerichtshof Dr. Thomas Winter, Karlsruhe

 Discussion Panel with experts from legal practice

Chair: Rechtsanwalt Dr. Georg Weidenbach, M.Jur. (Oxford), Latham & Watkins, Frankfurt

We would like to cordially invite you to join our discussion! Detailed information about the conference can be accessed here.

Articles L. 145-3 et L. 145-33 du Code de commerce

Cour de cassation française - Tue, 11/10/2015 - 20:11

Pourvoi c/ Cour d'appel d'Aix en provence, 11e chambre B, 12 mars 2015

Categories: Flux français

L’arbitrato internazionale e l’Unione europea

Aldricus - Tue, 11/10/2015 - 14:00

Paolo Bertoli, Diritto europeo dell’arbitrato internazionale, Giuffrè, 2015, ISBN: 9788814208256, pp. 274, Euro 29.

[Dall’introduzione] – L’ordinamento europeo si compone di un insieme di principi e regole funzionali al processo di integrazione giuridica ed economica dei suoi Stati membri. Tali principi e regole limitano e condizionano la potestà legislativa statale e quella delle stesse istituzioni europee, sia impedendo di adottare o mantenere in vigore misure con essi contrastanti, sia incentivando l’adozione di atti funzionali al perseguimento degli obiettivi di integrazione ad essi sottesi. A sua volta, l’integrazione giuridica ed economica europea si fonda sul perseguimento di interessi pubblici e privati strettamente interconnessi […]. Esiste, pertanto, un evidente interesse europeo a un’efficiente disciplina attinente la soluzione delle controversie in materie civile e commerciale. A sua volta, l’arbitrato consiste in un metodo di soluzione delle controversie “attraverso l’intervento di un terzo al quale le parti, nella loro autonomia, rimettono una decisione con effetti per loro vincolanti”. L’arbitrato è un istituto noto in quasi tutti gli ordinanmenti, che – con diversi limiti e in base a differenti concezioni teoriche sottostanti – riconoscono effetti giuridici a un atto di autonon1ia privata diretto a conferire ad arbitri il potere di risolvere una controversia, con effetti vincolanti per le parti. L’arbitrato, in altri tern1ini, è un istituto che trova la propria origine e il proprio carattere giuridico nella circostanza che un dato ordinamento (interno, europeo o internazionale) conferisce tali effetti ad atti di autonomia privata ed è pertanto sempre radicato in almeno un determinato ordinamento. La decisione degli arbitri, a sua volta, produrrà effetti nell’ordinamento in cui l’arbitrato è radicato e dal quale ricava il proprio carattere giuridico in base alle norme proprie a tale ordinamento, e in altri ordinamenti in base a norme uniformi o, in assenza, a quelle interne. […] Dato il crescente utilizzo dell’arbitrato internazionale quale metodo di soluzione delle controversie internazionali in materia civile e commerciale e dato l’interesse europeo alla disciplina di tali controversie, la presente trattazione intende indagare come l’ordinamento europeo regoli o altrimenti condizioni l’arbitrato internazionale.

L’indice del volume è consultabile a questo indirizzo. Per maggiori informazioni sull’opera, si veda qui.

From England (to Northern Ireland) with love

GAVC - Tue, 11/10/2015 - 12:36

Geert van Calster:

Mutual recognition of same sex-marriage in the UK. Combination of constitutional and conflicts law – a rare treat!

Originally posted on UK Human Rights Blog:

The High Court in Belfast will sit on Monday 9 and 10th November to hear a challenge by a same sex couple now living in Northern Ireland who seek recognition of their English marriage. The current legal dispensation in the Province is that an English same sex marriage is recognised as a civil partnership in Northern Ireland.

The Petition is resisted by the Attorney General and government of Northern Ireland and the (UK) Government Equalities Office (which reports to Nicky Morgan, the Minister for Women and Equalities). It is anticipated that Judgment will be reserved.

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132/2015 : 10 novembre 2015 - Arrêt du Tribunal dans l'affaire T-321/15

Communiqués de presse CVRIA - Tue, 11/10/2015 - 09:51
GSA et SGI / Parlement
Marché publics
Le Tribunal de l’UE rejette un recours relatif à la passation d’un marché public par le Parlement européen portant sur la fourniture de prestations de sécurité incendie, d’assistance aux personnes et de surveillance extérieure sur son site de Bruxelles

Categories: Flux européens

Third Issue of 2015’s Rivista di diritto internazionale privato e processuale

Conflictoflaws - Tue, 11/10/2015 - 09:06

(I am grateful to Prof. Francesca Villata – University of Milan – for the following presentation of the latest issue of the RDIPP)

The third issue of 2015 of the Rivista di diritto internazionale privato e processuale (RDIPP, published by CEDAM) was just released. It features one article and two comments.

In his article Reiner Hausmann, Professor at the University of Konstanz, examines general issues of private international law in a European Union perspective addressing, i.a., connecting factors and the questions of characterization and interpretation, in “Le questioni generali nel diritto internazionale privato europeo” (General Issues in European Private International Law; in Italian).

This article tackles general issues in European private international law, and namely issues of connecting factors, characterization and renvoi, to portray, on the one hand, how and in which direction this area of the law has emancipated from the domestic legal systems of the EU Member States and to illustrate, on the other hand, which are the underlying principles that encouraged and made this transformation possible. As far as connecting factors are concerned, the paper shows that the recent development in European private international law – as opposed to the solution in force in many Member States – is characterized by (i) an extension of party autonomy to family and succession law; (ii) a systematic substitution of nationality with habitual residence as the primary objective connecting factor in international family and succession law, and (iii) the promotion of lex fori as objective and subjective connecting factor, in particular in cross-border divorce and succession law. Therefore, the primary objective of the European legislation in the field of private international law is not to identify the closest factual connecting element of a case to the law of a certain country but, rather, to accelerate and improve the legal protection of European citizens and to reduce the costs in cross-border disputes by allowing parties and courts to opt for the lex fori and thus to avoid, to a large extent, the application of foreign law. Moreover, the paper illustrates that while the introduction of renvoi into European private international law by means of Article 34 of the Regulation on cross-border successions appears to be in conflict with the principle of unity of the succession, which is a main pillar of the Regulation itself, the practical importance of renvoi is limited, because renvoi is mainly restricted to cases where the deceased had his last habitual residence in a third State and left property in a Member State. As suggested in the paper, in order to avoid difficult problems of characterization when marriage ends by the death of one of the spouses, it would appear sensible to follow the example of Article 34 of the Succession Regulation in the forthcoming EU regulation on matrimonial property.

In addition to the foregoing, the following comments are also featured:

Arianna Vettorel, Research fellow at the University of Padua, discusses recent developments in international surrogacy in “International Surrogacy Arrangements: Recent Developments and Ongoing Problems” (in English).

This article analyses problems occurring in cross-border surrogacy, with a particular focus on problems associated with the recognition of the civil status of children legally born abroad through this procreative technique. The legal parentage between the child and his or her intended parents is indeed usually not recognized in States that do not permit surrogacy because of public policy considerations. This issue has been recently addressed by the European Court of Human Rights on the basis of Article 8 of the ECHR and in light of the child’s best interests. Following these judgments, however, some questions are still open.

Cinzia Peraro, PhD candidate at the University of Verona, tackles the issues stemming from the kafalah in cross-border settings in “Il riconoscimento degli effetti della kafalah: una questione non ancora risolta” (Recognition of the Effects of the Kafalah: A Live Issue; in Italian).

The issue of recognition in the Italian legal system of kafalah, the instrument used in Islamic countries to take care of abandoned children or children living in poverty, has been addressed by the Italian courts in relation to the right of family reunification and adoption. The aim of this paper is to analyse judgment No 226 of the Juvenile Court of Brescia, which in 2013 rejected a request to adopt a Moroccan child, made by Italian spouses, on the grounds that the Islamic means of protection of children is incompatible with the Italian rules. The judges followed judgment No 21108 of the Italian Supreme Court, issued that same year. However, the ratification of the 1996 Hague Convention on parental responsibility and measures to protect minors, which specifically mentions kafalah as one of the instruments for the  protection of minors, may involve an adjustment of our legislation. A bill submitted to the Italian Parliament in June 2014 was going in this direction, defining kafalah as “custody or legal assistance of a child”. However, in light of the delicate question of compatibility between the Italian legal system and kafalah, the Senate decided to meditate further on how to implement kafalah in Italian law. Therefore, all rules on the implementation of kafalah have been separated from ratification of the Hague Convention and have been included in a new bill.

Indexes and archives of RDIPP since its establishment (1965) are available on the website of the Rivista di diritto internazionale privato e processuale. This issue is available for download on the publisher’s website.

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