On 21 November 2016, the Italian Ombudsman for Childhood and Adolescence and the University of Ferrara will host a conference devoted to Combating the sexual abuse and exploitation of children. The implementation of the Lanzarote Convention in Italy: application experiences and outstanding problems. The event is part of the initiatives that mark the European Day on the Protection of Children Against Sexual Exploitation and Sexual Abuse promoted by the Council of Europe, and it is addressed to lawyers, psychologists and social workers.
The flyer is available here. For more information: Ester di Napoli at dnpstr@unife.it.
Il 21 novembre 2016 l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’Università di Ferrara organizzano un convegno su La lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori. L’attuazione della Convenzione di Lanzarote in Italia: esperienze applicative e problemi aperti. L’incontro si colloca nel contesto della Giornata europea per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali promossa dal Consiglio d’Europa e si rivolge ad un pubblico di giuristi, psicologi ed operatori sociali.
La locandina dell’evento è disponibile a questo indirizzo. Per maggiori informazioni, contattare Ester di Napoli (dnpstr@unife.it).
In a judgment of 27 October 2016 regarding the case of Child and Family Agency v. J.D. (Case C‑428/15), the Court of Justice ruled as follows.
(1) Article 15 of Regulation (EC) No 2201/2003 concerning jurisdiction and the recognition and enforcement of judgments in matrimonial matters and the matters of parental responsibility must be interpreted as meaning that it is applicable where a child protection application brought under public law by the competent authority of a Member State concerns the adoption of measures relating to parental responsibility, such as the application at issue in the main proceedings, where it is a necessary consequence of a court of another Member State assuming jurisdiction that an authority of that other Member State thereafter commence proceedings that are separate from those brought in the first Member State, pursuant to its own domestic law and possibly relating to different factual circumstances.
(2) Article 15(1) of Regulation No 2201/2003 must be interpreted as meaning that:
– in order to determine that a court of another Member State with which the child has a particular connection is better placed, the court having jurisdiction in a Member State must be satisfied that the transfer of the case to that other court is such as to provide genuine and specific added value to the examination of that case, taking into account, inter alia, the rules of procedure applicable in that other Member State;
– in order to determine that such a transfer is in the best interests of the child, the court having jurisdiction in a Member State must be satisfied, in particular, that that transfer is not liable to be detrimental to the situation of the child.
(3) Article 15(1) of Regulation No 2201/2003 must be interpreted as meaning that the court having jurisdiction in a Member State must not take into account, when applying that provision in a given case relating to parental responsibility, either the effect of a possible transfer of that case to a court of another Member State on the right of freedom of movement of persons concerned other than the child in question, or the reason why the mother of that child exercised that right, prior to that court being seised, unless those considerations are such that there may be adverse repercussions on the situation of that child.
Nella sentenza del 27 ottobre 2016, relativa al caso Child and Family Agency c. J.D. (causa C‑428/15), la Corte di giustizia ha stabilito quanto segue.
(1) L’articolo 15 del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, del 27 novembre 2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, che abroga il regolamento (CE) n. 1347/2000, deve essere interpretato nel senso che si applica in presenza di un ricorso in materia di tutela dei minori presentato sulla base del diritto pubblico dalla competente autorità di uno Stato membro e avente ad oggetto l’adozione di misure relative alla responsabilità genitoriale, come quello di cui al procedimento principale, qualora la dichiarazione di competenza di un organo giurisdizionale di un altro Stato membro necessiti, a valle, dell’avvio, da parte di un’autorità di tale altro Stato membro, ai sensi del suo diritto interno e alla luce di circostanze di fatto eventualmente diverse, di un procedimento distinto da quello avviato nel primo Stato membro.
(2) L’articolo 15, paragrafo 1, del regolamento n. 2201/2003 deve essere interpretato nel senso che:
– per poter stabilire che un’autorità giurisdizionale di un altro Stato membro con il quale il minore ha un legame particolare è più adatta, il giudice competente di uno Stato membro deve accertarsi che il trasferimento del caso a detta autorità giurisdizionale sia idoneo ad apportare un valore aggiunto reale e concreto al trattamento dello stesso, in particolare tenendo conto delle norme di procedura applicabili in detto altro Stato membro;
– per poter stabilire che un siffatto trasferimento corrisponde all’interesse superiore del minore, il giudice competente di uno Stato membro deve in particolare accertarsi che tale trasferimento non rischi di ripercuotersi negativamente sulla situazione del minore.
(3) L’articolo 15, paragrafo 1, del regolamento n. 2201/2003 deve essere interpretato nel senso che il giudice competente di uno Stato membro non deve tenere conto, in sede di attuazione di tale disposizione in un determinato caso in materia di responsabilità genitoriale, né dell’incidenza di un possibile trasferimento di detto caso a un’autorità giurisdizionale di un altro Stato membro sul diritto di libera circolazione delle persone interessate diverse dal minore interessato, né del motivo per il quale la madre di tale minore si è avvalsa di tale diritto, prima che detto giudice fosse adito, salvo che considerazioni di questo tipo siano tali da ripercuotersi in modo negativo sulla situazione di tale minore.
Luciano Garofalo, Giuseppina Pizzolante, Spunti per una teoria post-moderna dell’analogia, Giappichelli, 2016, ISBN 9788892104167, pp. 166, EUR 16.
Il volume “Spunti per una teoria post-moderna dell’analogia. Princípi generali, analogia e diritti ‘alieni’” è una raccolta di scritti organizzati in base all’idea di fondo che la funzione interpretativa assuma una connotazione del tutto peculiare nelle situazioni che possiamo definire, atecnicamente, di contatto o osmosi tra più sistemi giuridici. In questa ottica, il volume traccia le caratteristiche del procedimento analogico in alcuni ordinamenti giuridici non statali (ordinamento internazionale, ordinamento dell’Unione europea) – e in segmenti particolari degli ordinamenti giuridici statali (sistema di conflitto di leggi) – per poter fornire indicazioni sistematicamente corrette sulle caratteristiche dello stesso procedimento in tali “condizioni” di sistema. “Spunti per una teoria post-moderna dell’analogia. Princípi generali, analogia e diritti ‘alieni’” è rivolto anzitutto agli studiosi di diritto internazionale e dell’Unione europea ma è impostato in modo tale da renderlo “leggibile” anche agli studenti universitari. In ogni caso, esso è di evidente utilità per gli operatori giuridici in genere, venendo in giuoco problematiche interpretative da gestire a cavallo tra valori giuridici provenienti da ordinamenti diversi.
Dominique Carreau, Fabrizio Marrella, Diritto internazionale, Giuffrè, 2016, ISBN 9788814207709, pp. XXX + 758, EUR 49.
Questo libro esamina,con un taglio teorico-pratico, le principali tematiche del diritto internazionale contemporaneo consentendo agli operatori giuridici di varia estrazione professionale un approccio di immediata comprensione per la ricerca e l’applicazione delle norme della vita di relazione internazionale, norme utili anche e soprattutto per la trattazione delle controversie dinanzi alle Magistrature superiori o in un arbitrato internazionale. L’analisi giuridica viene integrata da vari esempi tratti dalla prassi vigente in materia di formazione, accertamento e applicazione del diritto internazionale e transnazionale con riferimento alle principali caratteristiche delle organizzazioni internazionali e dei non State actors. In tale ottica, vengono esaminate varie questioni circa – tra l’altro- i trattati internazionali, il trattamento degli stranieri e le loro attività economiche, i diritti umani, le immunità giurisdizionali, il divieto dell’uso della forza, i meccanismi di soluzione delle controversie internazionali. Il volume è corredato da tavole analitiche per consentire ogni approfondimento dottrinale e giurisprudenziale nonché da schede di sintesi per facilitare l’apprendimento della materia. Per queste sue peculiari caratteristiche, il libro si rivolge, sia agli studenti per una efficace preparazione dell’esame o di un concorso, sia ad ogni operatore giuridico, compresi gli avvocati d’affari, i magistrati, i dottori commercialisti ed i notai che intendano affinare la loro cultura giuridica o aggiornare la loro preparazione professionale.
Reinhard Bork e Kristin van Zwieten (eds / a cura di), Commentary on the European Insolvency Regulation, Oxford University Press, 2016, pp. 1032, ISBN 9780198727286, GBP 195.
This book provides the most detailed article-by-article commentary on the revised EC Regulation on Insolvency Proceedings (EIR), written by a group of experts drawn from several jurisdictions. The commentary is prefaced by an introductory chapter which provides an overview on scope and the key features of the EIR. This new commentary has been published in time to cover the long-awaited and much-debated revised Regulation which was finalized in 2015. The timing of publication will enable practitioners and scholars to equip themselves with a thorough understanding of the EIR ahead of full implementation in 2017. The article-by-article analysis has a multi-jurisdictional focus which reports and evaluates significant developments in the application of the Regulation across member states. This is a key new work for all those who advise on or research European insolvency law.
Maria Hook, The Choice of Law Contract, Hart Publishing, 2016, ISBN 9781849467643, pp. 288, GBP 60.
This book offers a contractual framework for the regulation of party autonomy in choice of law. The party autonomy rule is the cornerstone of any modern system of choice of law; embodying as it does the freedom enjoyed by parties to a cross-border legal relationship to agree on the law applicable to it. However, as this study shows, the rule has a major shortcoming because it fails to give due regard to the contractual function of the choice of law agreement. The study examines the existing law on choice of law agreements, by reference to the law of both common and civil law jurisdictions and international instruments. Moreover, it suggests a new coherent approach to party autonomy that integrates both the law of contract and choice of law. This important new study should be read with interest by private international law scholars.
Edina Márton, Violations of Personality Rights through the Internet – Jurisdictional Issues under European Law, Nomos / Hart Publishing, 2016, ISBN 9781509908028, pp. 384, GBP 95.
This book considers jurisdictional issues on violations of personality rights through the Internet under the so-called ‘Brussels-Lugano Regime’ and centres on the special rule of jurisdiction in matters relating to tort, delict, or quasi-delict. It notes the governing objectives and underlying principles of this special rule; analyses its interpretation through the judgments of the ECJ, especially Bier, Shevill, and eDate and Martinez; and explores views expressed in legal theory and national judicial practice regarding its application for localising online violations of personality rights. The book aims to examine how the eDate and Martinez approaches advance administrability, predictability, and litigational justice and to assess whether they are suitable jurisdictional bases in Europe, where common legal norms, interests, and values increasingly integrate and connect persons. It concludes that they are not and recommends their possible reform.
Photini Pazartzis, Maria Gavouneli (eds / a cura di), Reconceptualising the Rule of Law in Global Governance, Resources, Investment and Trade, Hart Publishing, 2016, ISBN 9781849468800, pp. 520, GBP 65.
The relevance and importance of the rule of law to the international legal order cannot be doubted and was recently reaffirmed by the Declaration of the High-level Meeting of the General Assembly on the Rule of Law at the National and International Level’s solemn commitment to it on behalf of states and international organizations. In this edited collection, leading scholars and practitioners from the fields of global governance, resources, investment and trade examine how the commitment to the rule of law manifests itself in the respective fields. The book looks at cutting-edge issues within each field and examines the questions arising from the interplay between them. With a clear three-part structure, it explores each area in detail and addresses contemporary challenges while trying to assure a commitment to the rule of law. The contributions also consider how the rule of law has been or should be reconceptualised. Taking a multi-disciplinary approach, the book will appeal to international lawyers from across the spectrum, including practitioners in the field of international investment and trade law.
Registrations are now open for the 2017 summer courses at the Hague Academy of International Law. The private international law session will run from 31 July to 18 August 2017. The general course will be given by Horatia Muir-Watt. Special courses will be delivered by Burkhard Hess, Michael Karayanni, Alan Scott Rau, Andrés Rodrìguez-Benot, Francesco Salerno, Carmen Tiburcio and Patrick Wautelet. Geneviève Saumier and Laura Carballo Piñeiro will serve a directors of studies. The complete programme is available here.
Sono aperte le iscrizioni per i tradizionali corsi estivi di dell’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aja. La sessione di diritto internazionale privato si svolgerà fra il 31 luglio e il 18 agosto 2017. Il corso generale sarà impartito da Horatia Muir-Watt, quelli speciali da Burkhard Hess, Michael Karayanni, Alan Scott Rau, Andrés Rodrìguez-Benot, Francesco Salerno, Carmen Tiburcio e Patrick Wautelet. Geneviève Saumier e Laura Carballo Piñeiro saranno i direttori degli studi. Il programma completo è disponibile qui.
On 23 October 2016, AG Szpunar delivered his opinion in the case of Agro Foreign Trade & Agency Ltd v Petersime NV (C‑507/15). He suggested the Court to rule as follows.
Article 17 of Directive 86/653/EEC on the coordination of the laws of the Member States relating to self-employed commercial agents requires mandatory protection of a commercial agent who carries out his activity in the internal market. It does not preclude a law of a Member State according to which such protection is not afforded for a commercial agent who carries out his activity outside the internal market.
Neither the 1963 Agreement establishing an Association between the European Economic Community and Turkey, nor the 1972 Additional Protocol thereto, preclude a law of a Member State according to which protection under Directive 86/653 is only afforded where a commercial agent carries out his activity in that Member State and not where a principal is established in that Member State and a commercial agent is established in and carries out his activity in Turkey.
L’Avvocato generale Szpunar ha presentato il 23 ottobre 2016 le sue conclusioni nella causa Agro Foreign Trade & Agency Ltd v Petersime NV (C‑507/15). A suo avviso, la Corte dovrebbe statuire quanto segue.
L’art. 17 della direttiva 86/653/CEE relativa al coordinamento dei diritti degli Stati Membri concernenti gli agenti commerciali indipendenti esige in termini imperativi la protezione dell’agente che svolge la propria attività nel mercato interno. Come tale, esso non è di ostacolo a una legge di uno Stato Membro che riconosca una simile protezione a un agente la cui attività si sviluppi al di fuori del mercato interno.
Né l’Accordo di associazione del 1963 tra la Comunità economica europea e la Turchia né il suo Protocollo addizionale del 1972 sono d’ostacolo a una legge di uno Stato Membro in forza della quale la protezione garantita ai sensi della Direttiva 86/653 opera solo nell’ipotesi in cui l’agente svolge la propria attività in detto Stato Membro e non invece nell’ipotesi in cui il preponente sia stabilito in tale Stato Membro e l’agente svolga la propria attività in Turchia.
Symeon C. Symeonides, Choice of Law, Oxford University Press, 2016, ISBN 9780190496722, pp. 840, USD 225.
Choice of Law provides an in-depth sophisticated coverage of the choice-of-law part Conflicts Law (or Private International Law) in torts, products liability, contracts, forum-selection and arbitration clauses, insurance, statutes of limitation, domestic relations, property, marital property, and successions. It also covers the constitutional framework and conflicts between federal law and foreign law. The book explains the doctrinal and methodological foundations of choice of law and then focuses on its actual practice, examining not only what courts say but also what they do. It identifies the emerging decisional patterns and extracts predictions about likely outcomes.
In its judgment of 7 July 2016, in the case of Hőszig Kft. v Alstom Power Thermal Services (case C-222/15), the Court of Justice ruled as follows.
Article 23(1) of Regulation (EC) No 44/2001 on jurisdiction and the recognition and enforcement of judgments in civil and commercial matters (Brussels I) must be interpreted as meaning that a jurisdiction clause which, first, is set out in the client’s general terms and conditions, referred to in the instruments witnessing the contracts between those parties and forwarded upon their conclusion, and, secondly, designates as courts with jurisdiction those of a city of a Member State, meets the requirements of Article 23 relating to the consent of the parties and the precision of the content of such a clause.
Nella sentenza del 7 luglio 2016 relativa alla causa Hőszig Kft. c. Alstom Power Thermal Services (causa C-222/15), la Corte di giustizia ha affermato quanto segue.
L’art. 23, par. 1, del regolamento (CE) n. 44/2001 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (Bruxelles I), dev’essere interpretato nel senso che una clausola attributiva di giurisdizione che, da un lato, sia stata stipulata nell’ambito delle condizioni generali di contratto del committente, menzionate negli atti contenenti i contratti inter partes e trasmesse all’atto della loro conclusione, e che, dall’altro, designi quali giudici competenti quelli di una città di uno Stato membro, soddisfa i requisiti del suddetto art. 23, relativi al consenso tra le parti ed alla precisione del contenuto di tale clausola.
By a judgment of 21 June 2016 (No 19599), the First Chamber of the Italian Court of Cassation held that the recognition of a child as the son of two mothers (the woman who gave birth to the child, and the woman who donated her ova for the purposes of the medically assisted procreation), as indicated in a birth certificate issued abroad, is not incompatible with the Italian public policy. In the Court’s view, the recognition is in fact necessary to guarantee the right of the child to the cross-border continuity of his personal and social identity.
Nella sentenza 21 giugno 2016 n. 19599, la Prima Sezione della Corte di cassazione ha ritenuto che non sia contrario all’ordine pubblico italiano il riconoscimento dello stato di figlio di un bambino che, secondo un certificato di nascita rilasciato all’estero, risulta nato da due madri (l’una avendolo partorito, l’altra avendo donato gli ovuli necessari alla procreazione medicalmente assistita). Ciò in considerazione dell’interesse del minore alla continuità della propria identità personale e sociale attraverso le frontiere.
The program of the conference Politics and Private International Law (?) is now available. As announced on this blog, the conference will be held on 6 and 7 April 2017 at the University of Bonn. The registration deadline is February 28th 2017. Further information are available here.
È disponibile il programma della convegno Politics and Private International Law (?) che, come segnalato in un post precedente, si svolgerà il 6 e il 7 aprile 2017 presso l’Università di Bonn. Il termine per la registrazione è il 28 febbraio 2017. Maggiori informazioni a questo indirizzo.
In a judgment of 25 July 2016 (No 15343), the First Chamber of the Italian Court of Cassation held that the application of the law of Pakistan, specifically, the application of the rules that allow marriage proceedings to be conducted over the telephone or by telematic means (subject to certain conditions, such as the presence of witnesses), is not incompatible with the Italian public policy.
Nella sentenza 25 luglio 2016 n. 15343, la Prima Sezione della Corte di cassazione ha escluso che produca effetti contrari all’ordine pubblico italiano la norma pakistana, resa applicabile in forza del richiamo di cui all’art. 28 della legge 31 maggio 1995 n. 218, che ammette — a certe condizioni, come la presenza di testimoni — che uno dei coniugi possa prestare il proprio consenso non già personalmente di fronte all’autorità officiante ma per via telefonica o telematica.
Massimo V. Benedettelli, Five Lay Commandments for the EU Private International Law of Companies, in Yearbook of Private International Law, 2015/2016, p. 209-251.
While praising European company law as a “cornerstone of the internal market”, the EU institutions have devoted limited attention to issues of competent jurisdiction, applicable law and recognition of judgments which necessarily arise when companies carry out their business on a cross-border basis. This is a paradox, especially if one considers that in this area the EU often follows a policy of “minimal harmonization” of the laws of the Member States and that this policy leads to the co-existence of a variety of different rules and institutions directly or indirectly impinging on the regulation of companies, thus to possible conflicts of jurisdictions and/or laws. The European Court of Justice’s “Centros doctrine” fills this gap only partially: this is due not only to the inherent limits of its case-law origin, but also to various hidden assumptions and corollaries on which it appears to be grounded and which still need to be unearthed. Hence, time has come for a better coordination of the legal systems of the Member States in the field of company law, possibly through the enactment of an ad hoc instrument. To be properly carried out, however, such coordination requires a preliminary clarification of what the EU private international law of companies really is and how it should be handled at the current stage of the European integration. This article tries to contribute to such clarification by proposing five main guidelines, in the form of “commandments” for the European legislator, courts and practitioners. It is submitted that, first, one should understand the different scope of the three legal disciplines (EU law, private international law and company law) which interact in this field so as to assess when and to what extent the lack of coordination of the Member States’ domestic laws may affect the achievement of the objectives pursued by the EU. As a second analytical step, the impact that the EU constitutional principles of subsidiarity and proportionality may have on the scope of the relevant regulatory powers of the EU and of the Member States should be determined. Third, the issue of “characterization” should be addressed so that the boundaries of company law vis-à-vis neighbouring disciplines (capital markets law, insolvency law, contract law, tort law) are fixed throughout the entire EU legal space in a uniform and consistent way. Fourth, the Member States’ legal systems should be coordinated on the basis of the “jurisdictional approach” method (which de facto inspires the ECJ in Centros and its progenies) by granting a role of prominence to the Member State under the laws of which a company has been incorporated. Fifth, any residual conflict which may still arise among different Member States in the regulation of a given company should be resolved, in principle, by respecting the will of the parties to the corporate contract and the rights “to incorporate” and “to re-incorporate” which they enjoy under EU law. In the author’s opinion, an EU private international law of companies developed on the basis of these guidelines not only would achieve a fair balance between the needs of the integration and the Member States’ sovereignty, but would also create a framework for a European “market of company law” where a “virtuous” forum and law shopping could be performed in a predictable and regulated way.
In its judgment of 18 October 2016 regarding the case of Nikiforidis (Case C‑135/15), the Court of Justice ruled as follows.
(1) Article 28 of Regulation No 593/2008 on the law applicable to contractual obligations (Rome I) must be interpreted as meaning that a contractual employment relationship that came into being before 17 December 2009 (the date on which the Regulation became applicable) falls within the scope of the regulation only in so far as that relationship has undergone, as a result of mutual agreement of the contracting parties which has manifested itself on or after that date, a variation of such magnitude that a new employment contract must be regarded as having been concluded on or after that date, a matter which is for the referring court to determine.
(2) Article 9(3) of Regulation No 593/2008 must be interpreted as precluding overriding mandatory provisions other than those of the State of the forum or of the State where the obligations arising out of the contract have to be or have been performed from being applied, as legal rules, by the court of the forum. The Regulation, however, does not preclude the court from taking such other overriding mandatory provisions into account as matters of fact in so far as this is provided for by the national law that is applicable to the contract pursuant to the regulation. This interpretation is not affected by the principle of sincere cooperation laid down in Article 4(3) TEU.
Regarding the opinion delivered by SG Szpunar in this case, see here.
Nella sentenza del 18 ottobre 2016 relativa al caso Nikiforidis (causa C-135/15), la Corte ha affermato quanto segue.
(1) L’art. 28 del regolamento n. 593/2008 sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Roma I) dev’essere interpretato nel senso che un rapporto contrattuale di lavoro sorto prima del 17 dicembre 2009 (la data di applicabilità del regolamento) rientra nell’ambito di applicazione di tale regolamento solo nei limiti in cui detto rapporto ha subito, per effetto di un consenso reciproco delle parti contraenti che si sia manifestato a decorrere da tale data, una modifica di ampiezza tale da dover ritenere che sia stato concluso un nuovo contratto di lavoro a decorrere dalla medesima data, circostanza che spetta al giudice del rinvio determinare.
(2) L’art. 9, par. 3, del regolamento n. 593/2008 deve essere interpretato nel senso che esso esclude che norme di applicazione necessaria diverse da quelle dello Stato del foro, o dello Stato nel quale gli obblighi derivanti dal contratto devono essere o sono stati eseguiti, possano essere applicate, in quanto norme giuridiche, dal giudice del foro. Esso non osta, tuttavia, a che il giudice prenda in considerazione siffatte altre norme di applicazione necessaria in quanto elementi di fatto nei limiti in cui ciò è previsto dal diritto nazionale applicabile al contratto in forza delle disposizioni di tale regolamento. Detta interpretazione non è rimessa in discussione dal principio di leale cooperazione enunciato all’articolo 4, paragrafo 3, TUE.
Vedi qui una sintesi delle conclusioni presentate in questa causa dall’Avvocato Generale Szpunar.
By Implementing Regulation 2016/1823 of 10 October 2016, the European Commission has established the forms referred to in Regulation No 655/2014 of 15 May 2014 on the European Account Preservation Order (EAPO) procedure, which is set to become available on 18 January 2017. The forms include, inter alia, the form to be used by the creditor to apply for a EAPO, the forms to be used by the court for the issue and the revocation of a EAPO, and the form to be used by the debtor to apply for a remedy against a EAPO. Each form comes with an explanatory text providing practical guidelines. The Commission is now expected to make publicly available the information that the Member States, pursuant to Article 50 of Regulation No 655/2014, were required to provide before 18 July 2016 as regards the organisation of the EAPO procedure in their legal systems (such as the courts designated as competent to issue a EAPO and the authorities charged with the enforcement of EAPOs).
Con il regolamento di esecuzione 2016/1823 del 19 ottobre 2016, la Commissione europea ha adottato i moduli standard previsti dal regolamento n. 655/2014 del 15 maggio 2015 che istituisce una procedura per l’ordinanza europea di sequestro conservativo su conti bancari, esperibile a partire dal 18 gennaio 2017. Fra i moduli così elaborati rientrano quello di cui deve servirsi il creditore per domandare il rilascio di un’ordinanza, quello che deve adoperare il giudice competente per disporre o revocare l’ordinanza e quello che deve utilizzare il debitore per ricorrere contro l’ordinanza. Ogni modulo è corredato da una nota esplicativa contenente delle istruzioni pratiche. Ci si attende ora che la Commissione renda pubbliche le informazioni che gli Stati membri erano tenuti a fornirle entro il 18 luglio 2016 circa l’attuazione del regolamento n. 655/2014 nei rispettivi ordinamento (come l’indicazione delle autorità competenti alla concessione dell’ordinanza o quelle investite della sua esecuzione).
Marie-Elodie Ancel, Pascale Deumier, Malik Laazouzi, Droit des contrats internationaux, Sirey, 2016, ISBN 9782247084784, 742 pp., EUR 36.
Le présent ouvrage est le premier manuel consacré au seul droit des contrats internationaux, ce qui se justifie pleinement en raison du développement du phénomène et des évolutions constantes de la matière. Il en donne une présentation riche et rigoureuse, prenant en compte les textes récemment adoptés ou discutés au plan national, européen ou international. Une fois posés les principes généraux de la matière, examinés à travers le prisme du contentieux judiciaire et de la justice arbitrale, le lecteur pourra prendre connaissance des régimes des contrats les plus fréquents dans l’ordre international, selon qu’il s’agit de contrats d’affaires (vente de marchandises et contrats d’intermédiaire), relatifs à des secteurs spécifiques (assurances et transports), impliquant une partie faible (contrats de travail et de consommation) ou une personne publique (française ou étrangère).
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