Si terrà a Torino, il 14 e 15 ottobre 2016, il secondo incontro organizzato nell’ambito del progetto European Civil Procedure for Lawyers: Promoting Training to Improve the Effectiveness of Transnational Justice (segnalato in questo post).
L’incontro, stavolta, avrà ad oggetto il regolamento (UE) n. 655/2014 istitutivo dell’ordinanza europea di sequestro conservativo su conti bancari (OESC).
Si tratta, come il precedente, di un tirocinio formativo a partecipazione attiva con presentazione, discussione e risoluzione di casi concreti. La prima giornata sarà dedicata ai provvedimenti cautelari italiani e l’OESC, nonché alla richiesta di informazioni del creditore sui conti correnti bancari del debitore, mentre il secondo giorno si parlerà di esecuzione e dei rimedi possibili avverso l’OESC.
Interverranno Elena D’Alessandro (Univ. Torino), Silvana Dalla Bontà (Univ. Trento), Paolo Lombardi e Carlo Pavesio (entrambi avvocati del Foro di Torino).
La partecipazione al seminario è gratuita. Le iscrizioni sono già aperte e devono essere richieste tramite e-mail all’indirizzo info@europeancivilprocedureforlawyers.eu non oltre il 1° ottobre 2016.
Ulteriori informazioni sono disponibili qui.
1° La notion de « recours », figurant à l’article 34, point 2, du règlement du 22 décembre 2000, doit être interprétée en ce sens qu’elle inclut également la demande tendant au relevé de la forclusion, lorsque le délai pour introduire un recours ordinaire a expiré.
2° L’article 19, § 4, du règlement du 13 novembre 2007 doit être interprété en ce sens qu’il exclut l’application des dispositions du droit national relatives au régime des demandes tendant au relevé de la forclusion, dès lors que le délai de recevabilité pour l’introduction de telles demandes, tel que spécifié dans la communication d’un État membre à laquelle se réfère cette disposition, a expiré.
La décision de retrait de l’habilitation à exercer les fonctions d’officier de police judiciaire n’est pas une mesure d’administration judiciaire. Elle est donc soumise aux dispositions de l’article 6, § 1er, de la Convention européenne des droits de l’homme.
È apparso sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 26 luglio 2016 il regolamento (UE) 2016/1191 del 6 luglio 2016 che promuove la libera circolazione dei cittadini semplificando i requisiti per la presentazione di alcuni documenti pubblici nell’Unione europea.
Il nuovo strumento è stato adottato sulla base dell’art. 21, par. 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente al Parlamento europeo e al Consiglio di adottare disposizioni intese a facilitare l’esercizio del diritto dei cittadini dell’Unione di circolare e soggiornare nel territorio degli Stati membri, adottando le misure necessarie a questo scopo, “salvo che i trattati non abbiano previsto poteri di azione a tal fine”.
Per la materia trattata — le condizioni alle quali è possibile invocare di fronte alle autorità di uno Stato membro gli atti pubblici formati in un diverso Stato membro — il regolamento integra, nei fatti, la più ampia cornice del diritto internazionale privato dell’Unione europea, sviluppatosi sulla base dell’art. 81 del Trattato relativo alla cooperazione giudiziaria in materia civile.
In sostanza, il regolamento dà vita ad un sistema di esenzione dei documenti pubblici dalla legalizzazione o formalità analoghe e di semplificazione di altre formalità.
Il regolamento riguarda soltanto l’autenticità dei documenti pubblici. Gli Stati membri continueranno dunque ad applicare le norme nazionali sul riconoscimento del contenuto e degli effetti dei documenti pubblici provenienti da un altro paese dell’Unione.
I documenti pubblici destinati a beneficiare del nuovo regime sono appena quelli indicati all’art. 2 del regolamento. Fra questi, le certificazioni di nascita, di esistenza in vita, di decesso, gli atti dello stato civile relativi al matrimonio, al divorzio, alla filiazione, e i certificati del casellario giudiziale.
In sintesi, per effetto della nuova misura — che sarà applicabile nella sua interezza solo a decorrere dal 16 febbraio 2019 — i documenti pubblici rilasciati in uno Stato membro dell’Unione dovranno essere accettati come autentici in un altro Stato membro senza necessità di legalizzazione. Inoltre, verrà meno l’obbligo di fornire in tutti i casi una copia autenticata e una traduzione asseverata dei documenti pubblici, potendo essere utilizzato un modulo standard multilingue da presentare come ausilio alla traduzione, allegato al documento pubblico per evitare l’obbligo di traduzione.
Quanto ai rapporti fra le nuove norme e la Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961 sull’apostille, il regolamento si preoccupa di chiarire, innanzitutto, che il regime europeo non pregiudica “la facoltà delle persone di continuare a beneficiare, se lo desiderano, di altri sistemi di esenzione dei documenti pubblici dalla legalizzazione o da formalità analoghe applicabili tra Stati membri”, aggiungendo, in particolare, che il nuovo regolamento costituisce “uno strumento separato e autonomo rispetto alla convenzione sull’apostille” (considerando n. 4). Pertanto, “anche se non dovrebbe essere possibile per le autorità degli Stati membri di richiedere un’apostille quando una persona presenta loro un documento pubblico cui si applica il presente regolamento e sia rilasciato in un altro Stato membro”, il regolamento non impedisce agli Stati membri di apporre un’apostille se una persona scelga di farne richiesta (considerando n. 5).
Ai sensi dell’art. 19, il regolamento, in effetti, “non pregiudica l’applicazione delle convenzioni internazionali di cui uno o più Stati membri sono parte al momento dell’adozione del regolamento stesso e che riguardano materie disciplinate dallo stesso”, salvo prevalere, “per le materie rientranti nel suo ambito di applicazione e nella misura in esso prevista”, sulle altre disposizioni contenute negli accordi o intese bilaterali o multilaterali conclusi dagli Stati membri “nelle relazioni fra gli Stati membri che ne sono parte”.
Lo stesso art. 19, al par. 4, innovando l’approccio sin qui prevalentemente seguito dall’Unione sul terreno delle relazioni esterne (anche alla luce del parere 1/13 della Corte di Giustizia, del 14 ottobre 2014), stabilisce che il regolamento “non impedisce agli Stati membri di negoziare, concludere, aderire a, modificare o applicare accordi e intese internazionali con paesi terzi riguardanti atti di legalizzazione o formalità analoghe per documenti pubblici su materie oggetto del presente regolamento e rilasciati dalle autorità degli Stati membri o di paesi terzi al fine di essere utilizzati nelle relazioni tra gli Stati membri e i paesi terzi interessati”, né impedisce agli Stati membri di “decidere in merito all’accettazione dell’adesione di nuove parti contraenti a tali accordi e intese a cui uno o più Stati membri aderiscono o possono decidere di aderire”.
L’avocat général de la Cour de justice de l’Union européenne, Mme Sharpston, conclut à l’existence d’une discrimination injustifiée lorsque le règlement intérieur d’une entreprise privée interdit au salarié de porter un voile ou un foulard au contact de la clientèle.
Here’s the recipe for Lungowe v Vedanta at the High Court.
Obtain one lb of C-291/02 Owusu: European authority: forum non conveniens has no place in the Brussels jurisdictional regime; particularly now in Article 4 of the Brussels I Recast for as Coulson J points out at 57 in his judgment in Lungowe, Articles 33-34 of the Recast Regulation do foresee consideration in the event of parallel proceedings outside of the EU.
Mix with one lb of Chandler v Cape : English authority: parent companies may in circumstances be held liable for the actions of their foreign subsidiaries; referred to with approval by the Dutch Courts in Shell.
Have Zambian claimants in a case of environmental pollution employ Article 4 to establish jurisdiction against a holding company established in England. The company is a holding company for a diverse group of base metal and mining companies, including the second defendant, Konkola.
The fact that Vedanta are domiciled in the United Kingdom is, evidently, one of the principal reasons why they have been pursued in these proceedings (see Coulson J’s acknowledgment of same at 76). This is a manifestation of forum shopping which the CJEU has certainly encouraged. Moreover, as Coulson J suggests at 77-78, claimants also wish to pursue Vedanta because they are seen as the real architects of the environmental pollution in this part of Zambia. The argument is that, since it is Vedanta who are making millions of pounds out of the mine, it is Vedanta who should be called to account. On balance, the use of Vedanta as an anchor defendant can hardly be seen as a malicious ‘device’ or an abuse of the anchor defendant mechanism.
On that issue of abuse, reference is made by the High Court to Freeport and to CDC at the CJEU. There is no suggestion of course that either are direct precedent for the anchor defendant mechanism in residual national private international law. (Which is the case here: for the Brussels Recast joinder mechanism in Article 7 most certainly does not apply to defendants domiciled outside of the EU). It is telling therefore that the Court does refer to them here. (And inevitably raises the question whether English Court will continue to do so after Brexit).
Both 20 Essex Street and RPC have further discussion. All in all an uplifting day in the English Courts for corporal social responsibility campaigners.
European private international law, second ed. 2016, Chapter 8, Headings 8.3.1.1., 8.3.2
L’article 6, § 1er, de la Convention européenne de droits de l’homme n’oblige pas l’État partie à prévoir un mécanisme légal et judiciaire de réparation civile pour des actes de torture commis dans un État tiers.
Enhancing cooperation between authors from various Member States
University of Zagreb – 29/30 September 2016
The University of Zagreb is organising a conference on 29/30 September 2016 on European international civil procedure and new approaches concerning European legal information. This conference is part of a project, co-financed by the European Commission and organised by the University of Innsbruck together with the Universities of Genoa, Zagreb, Valencia, Prague and Riga and the legal publisher IPR Verlag.
The objective of the unalex project is the creation of solid multilingual information on the application of the European legal instruments of judicial cooperation in civil matters in the European area of justice and to provide the European legal discussion with an important focus of genuinely European legal literature. The project aims at bringing together authors in the area of European international civil procedure and conflict of laws and promoting techniques of joint legal publishing with the objective of creating forms of multilingual legal literature for readers in the entire European Union.
The conference in Zagreb has two parts:
29 September 2016 – Shaping European legal information – new approaches
Thursday afternoon (14:00-17:30) is dedicated to the development of new approaches concerning the shaping of European legal information. A round table discussion with supreme court judges from various Member States is planned on the subject “European Leading Cases series – a project to be developed?”. Furthermore innovative strategies for the development of European legal literature and the possible enhancement of cross-border cooperation of European legal authors will be discussed.
30 September 2016 – European international civil procedure – a system in the making
The second day (9:30 – 13:99) will host a conference on “European international civil procedure – a system in the making”. It will discuss common lines of European civil procedure that evolve throughout the multitude of EU civil procedure regulations. The conference will be chaired by Prof. Hrovje Sikiri?, University of Zagreb, and Prof. Andreas Schwartze, University of Innsbruck.
Speakers:
Prof. Rainer Hausmann, Munich – The European system of international civil procedure
Prof. Matthijs ten Wolde, University of Groningen – Third State relations
Prof. Davor Babi?, University of Zagreb – Scope of application (in particular temporal scope)
Dr. Susanne Gössl, University of Bonn – The role of public policy in the European civil justice system
Prof. Vesna Rijavec, University of Maribor – European enforcement of judgments
Dr. Eva Lein, British Institute of International and Comparative Law – Exiting an ever closer system – consequences of Brexit
Prof. Erich Kodek, Wirtschaftsuniversität Vienna, Judge Austrian Supreme Court – Horizontal harmonisation of instruments of European civil procedure – towards a European Code of Civil Procedure?
Participation to the conference is free of charge.
For additional information and registration please contact Ms Sara Ricci at IPR Verlag GmbH: sara.ricci@simons-law.com
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